Molti comuni usano i social network per informare i cittadini, motivano la scelta per convenienza economica e popolarità del media ma a volte sottovalutano i rischi insiti nell’uso di questi servizi.
La Legge 7 giugno 2000, N. 150 prevede che le pubbliche amministrazioni devono informare e comunicare nel rispetto delle norme vigenti in tema di tutela della riservatezza dei dati personali.
I social network appartengono ad aziende che sfruttano i dati personali degli utenti: Facebook fattura 70 miliardi di dollari all’anno “usando” i propri iscritti.
Sui social network vengono commessi reati così nuovi che abbiamo dovuto inventarne i nomi: sharenting, sexting, grooming, revenge porn, hacking, phishing, hate speech, cyberstalking, fake news ecc.
Gli stessi utenti rischiano facilmente di mettersi nei guai da soli: sfogare in rete rabbia e frustrazione senza controllarsi può portare a denunce per diffamazione, minacce, propaganda e istigazione per azioni discriminatorie.
Durante l’emergenza sanitaria molti utenti sono stati denunciati per “procurato allarme” dopo aver diffuso sui social network fake news sul coronavirus o su presunte positività al Covid-19 . Basta una condivisione, un commento, un like
Per sfruttare la rete senza correre inutili rischi, un’amministrazione comunale potrebbe valutare di fare un piccolo investimento in “Comune Smart”: l’APP per smartphone e tablet che aiuta il comune a comunicare con i cittadini:
– sicura, rispetta il GDPR e non raccoglie informazioni personali sugli utenti “Comune Smart” è l’APP sicura per i vostri cittadini.
|